È un buon momento per le Orobie. E non solo per la spettacolare manifestazione degli skyrunner lungo il
Sentiero delle Orobie che ha portato in quota un gran numero di appassionati, di sportivi e anche di semplici curiosi. Rispetto a qualche anno fa c'è più gente sui sentieri e sulle vie che portano alle cime più note, oltre con ricadute positive sui rifugi. Lo confermano alcune indicazioni generali e osservazioni più dirette da pare di chi frequenta le nostre montagne. Ne è testimone, ad esempio, Maurizio Agazzi che per le sue passate e recenti imprese è stato definito «ambasciatore delle Orobie». L'alpinista - come riferiamo in questa pagina - sta trascorrendo l'estate su e giù per le
Orobie e ha incontrato un buon numero di persone, complice anche il el mese di luglio.
Sempre restando in «casa Orobie» è da registrare una performance di tutto rispetto è da registrare nel giorno di Ferragosto per opera del presidente della Sezione Cai di Bergamo, Paolo Valoti, lungo lo spettacolare percorso delle «Sei Sorelle» - pizzo Redorta, punta di Scais, pizzo Porola, dente di Coca, cima d'Arigna, pizzo di Coca -, sempre sul filo dei tremila metri. Si tratta di una impresa che è citata tra le «classiche» delle nostre montagne. Significativa la presentazione nel volume «Orobie», curato da Nino e Santino Calegari con il compianto Franco Radici: «Bellissima cavalcata sulla cresta che collega le sei più alte vette delle
Alpi Orobie. Itinerario molto lungo, non di grande difficoltà (passaggi di III). Ma che richiede un buon allenamento alla fatica prolungata ed una buona speditezza sul terreno non sempre di rocce sicure… Itinerario non molto frequentato, a causa della sua lunghezza, ma che merita senza dubbio di essere meglio conosciuto da cordate allenate ed affiatate, con la garanzia di un'ascensione di piena soddisfazione».
Non esistono dati ufficiali sui tempi di percorrenza. Nel volume citato gli autori indicano per il percorso da Fiumenero alla vetta del pizzo Coca un minimo di 13 ore circa. A Mario Valoti, ben allenato (ha preso parte ad
Orobieskyraid correndo la prima parte della staffetta, che è di 42 chilometri), è andata molto meglio. Partito da Fiumenero alle ore 6 e giunto a Fiumenero alle 18,27, ha impiegato 10 ore e 9 minuti per portare a termine la traversata delle Sei Cime. Sempre solo, salvo un tratto con due giovani alpinisti, Massimo Salvetti e Tarcisio Allievi, presi in cordata salendo al pizzo Redorta e accompagnati fino al dente di Coca passando per punta di Scais.
Una bella corsa, con brevi soste sulle varie cime, giusto il tempo di guardarsi in giro e fare delle foto. Valoti aveva messo nello zaino una copia della rivista «Orobie» (il numero 200) e su ogni vetta uno scatto con il mensile in primo piano. Una gradita sorpresa per la redazione della rivista, che ha in Mario Valoti un carissimo amico. E alla fine della cavalcata, a Valbondione, il meritatissimo abbraccio della moglie e delle due figlie che erano là ad attenderlo.