È ricomparsa la neve, ieri nella Bergamasca, tanto da imbiancare le
vette delle Orobie. La mattinata si era mantenuta limpida e soleggiata sul lato Ovest della provincia (come era nelle attese), mentre verso il confine bresciano dei laghi di Endine e dell'Iseo stazionavano già dall'alba strani cumuletti frazionati, che indugiavano ad andarsene. Verso mezzogiorno, mentre alla Valtellina sorrideva il sole, su tutto lo spartiacque delle nostre Orobie, partendo da cielo sereno, si sono materializzati in meno di un'ora degli imponenti cumuli temporaleschi, dai quali si sono rapidamente concretizzati intensi rovesci di pioggia e di grandine, iniziati verso le 13 e durati quasi tre ore.
Hanno interessato tutto il versante meridionale delle nostre montagne, con pioggia battente fino ai paesi delle alte Valli, attraverso tutto il crinale che va dal
pizzo Tre Signori al Diavolo, all'alta Valle Seriana e alla Valle di Scalve, fino all'Aprica. Sono caduti ben 21 millimetri di pioggia a Olmo al Brembo, 17 a Valbondione, valori intermedi tra l'Arera e la Presolana, pochi millimetri scendendo in basso, con alcune spruzzate sulla pianura e in città. E verso le 18 il cielo era già rapidamente tornato azzurro e limpido su tutta la provincia. Qualche segno però è rimasto, e ci dice di un giugno 2007 che si sente un giovincello, nemmeno fosse figlio della primavera. Dice di grandine fitta su molte aree delle alte Valli bergamasche, dice di neve che è comparsa in piena estate sulle Orobie, in diverse zone anche fin sotto i 2.000 metri, là dove l'aria fredda discendente dei rovesci temporaleschi è stata più attiva, come sulla Presolana e fra i
Laghi Gemelli e la Valsanguigno.
L'imbiancata si vedeva bene anche dalla pianura, ieri sera. Un commento tecnico finale. Si tratta di aria fredda in quota, figlia della grande zona di bassa pressione presente sulla Scandinavia, che ha avuto il merito di allontanare il caldo esagerato dall'Italia ma che ci farà compagnia almeno fino all'inizio di luglio. Quello di ieri era un suo sbuffo imprevisto, scivolato dalle
Alpi sulle Orobie (oltre Como e sul Piemonte ieri regnava il sereno) e che, trovando lo zero termico sceso molto basso, a 2.500 metri circa, ha potuto condensare in nubi e temporali la pur scarsa umidità presente nella nostra aria asciutta di pianura, che anche ieri il sole sollevava. Si chiama «punto di rugiada, indica il grado di combinazione tra freddo e umidità e stabilisce l'inizio della condensazione del vapore acqueo, è la base che crea le nubi e le eventali precipitazioni.
Il tempo strano di ieri è stato un po' come quando d'estate si apre di colpo il frigorifero: si formano vapori di nebbia e umidità imprevista. Fino a sabato viene a comandare su di noi l'anticiclone delle Azzorre (era atteso per ieri, ma ha avuto un ritardo), portandoci tempo soleggiato con aria asciutta e gradevole. Da sabato riprende ad aumentare l'afa, per l'inizio di correnti da Sud-Ovest che dovrebbero preannunciare un peggioramento temporalesco, atteso a partire da domenica sera.