SAN GIOVANNI BIANCO - Trentanove persone sfollate, 17 pazienti del centro psichiatrico dell'ospedale trasferiti in altri reparti e scuola media e biblioteca chiuse. La frana che minaccia l'abitato del Villaggio a San Giovanni Bianco è in movimento e, secondo i geologi, troppo pericolosa per poter lasciare gli abitanti nelle proprie case. Potenzialmente, dal pendio che scende da Briolo, potrebbero staccarsi 50-70 mila metri cubi di materiale, lungo un fronte di circa 150 metri. Così, ieri, poco prima di mezzogiorno, il sindaco di San Giovanni Bianco Oscar Mostachetti ha ordinato lo sgombero delle abitazioni, la chiusura della scuola media, della biblioteca e del reparto psichiatrico dell'ospedale. Sgombero che si è completato, con l'ausilio degli agenti di polizia locale e dei carabinieri della stazione locale, verso le 13. Diciassette famiglie sono per ora ospitate all'albergo Aia di San Giovanni Bianco e all'ostello dei Tasso di
Camerata Cornello. I 200 studenti della scuola media, che ieri mattina hanno seguito le lezioni all'oratorio, saranno a casa fino a sabato: da lunedì riprenderanno sempre nelle aule del centro parrocchiale (per informazioni i genitori possono chiamare i numeri di telefono 320.4259541, 320.4341756 e 0345.43127); la segreteria della scuola, invece, è stata spostata alle elementari. Infine i pazienti del reparto psichiatrico sono stati trasferiti in altre stanze dell'ospedale, in attesa, da domani, di una sistemazione nella vecchia sede di
Zogno.
L'allarme frana era scattato già lunedì pomeriggio quando grosse crepe erano state notate nel campetto di allenamento da calcio a Briolo. I successivi sopralluoghi avevano poi evidenziato uno smottamento in corso su tutto il pendio compreso tra la scuola media e la piazzetta del quartiere di via Castelli (conosciuto come Villaggio). E proprio sotto il pendio e a monte delle abitazioni si trova il cantiere per la realizzazione dell'eliporto, i cui lavori ora sono stati sospesi. L'altra notte la frana si è mossa ulteriormente e le verifiche di ieri mattina dei geologi dell'ex Genio civile hanno messo in evidenza una situazione che è definita preoccupante e a rischio. È in corso uno scivolamento dello strato superficiale del pendio e della roccia sottostante - spiega il dirigente della Struttura sviluppo del territorio della Regione (Ster, ex Genio civile) Claudio Merati. In pratica ci sono dai 50 ai 70 mila metri cubi di materiale che potrebbero cedere. È stato verificato dai dati tecnici che la frana è in movimento e la situazione è preoccupante. Nel corpo centrale dello smottamento sono state individuate fessure profonde almeno due metri, ma potrebbero essere anche maggiori. Il cedimento, peraltro, è in corso nonostante non ci sia acqua: se dovesse piovere la situazione diventerebbe ancora più critica e lo scivolamento subirebbe un'accelerazione». Insieme ai tecnici del Comune di S. Giovanni Bianco - prosegue Merati - abbiamo valutato la gravità della situazione. Lo sgombero di abitazioni, scuole e di un reparto dell'ospedale era assolutamente necessario per garantire l'incolumità delle persone. Ora occorrerà approfondire il monitoraggio per valutare la profondità effettiva del movimento, come e quanto la frana si muove. Dati che saranno fondamentali per iniziare la messa in sicurezza dell'area. Siamo in contatto con l'Arpa per le previsioni meteo, la Prefettura e la Protezione civile in caso di emergenze. Merati resta ancora cauto, invece, sulle possibili cause dello smottamento: Sicuramente una relazione tra il cantiere dell'eliporto e la frana c'è. Al momento, però, non abbiamo gli elementi per stabilire se vi sia un rapporto diretto di causa-effetto.
Nel frattempo tutta l'area interessata allo smottamento è stata transennata ed è vietato l'accesso alle persone. Chiusa al traffico anche via Castelli, nel tratto che va dalla scuola media alla piazzetta centrale del quartiere. Il passaggio è consentito ai soli residenti delle case poste a valle della strada. Purtroppo la situazione è critica – spiega il sindaco Mostachetti - e lo sgombero è diventato inevitabile. Ora si tratterà di predisporre un monitoraggio elettronico collegato con il municipio, tipo quello installato per la frana di Cornalita. Nel frattempo la Comunità Montana Valle Brembana, che ha appaltato i lavori del cantiere dell'eliporto, ha dato incarico a un professionista per un progetto di messa in sicurezza. Difficile stabilire quanto le famiglie dovranno restare fuori casa e quanto scuola e reparto dell'ospedale dovranno restare chiusi. Il Comune di San Giovanni Bianco, comunque, in questa prima fase si prenderà carico di tutte le spese delle famiglie sfollate.
Preso atto della situazione di emergenza e di allarme creata dallo smottamento della zona collinare sovrastante l'ospedale di San Giovanni Bianco, la direzione dell'azienda ospedaliera di Treviglio ha fatto sgomberare ieri la palazzina, attigua all'ospedale, che ospita la Comunità riabilitativa ad alta assistenza (Cra) e i servizi di cucina e di mensa. A seguito dell'ordinanza di sgombero della palazzina adottata dal comune di San Giovanni Bianco - si legge in una nota dell'azienda ospedaliera - la direzione ha subito reso operativi idonei ed immediati provvedimenti per garantire la continuità dell'attività dell'ospedale brembano. In particolare, i 17 pazienti del Cra entro questa settimana saranno di nuovo alloggiati tutti insieme nella struttura dell'ex Crt di Zogno, riattivata e messa a disposizione dall'Opera Pia Caritas di Zogno. Per quanto concerne i servizi di supporto all'ospedale nella palazzina sgomberata, è stata assicurata la continuità sia dell'erogazione dei pasti per i ricoverati che del servizio mensa per i dipendenti. La direzione dell'azienda ospedaliera conscia che in questa contingente situazione si siano verificati alcuni inevitabili disagi, auspica il rientro dell'attuale momento di emergenza e la riattivazione della palazzina Cra. Non resta che attendere gli esiti dei rilievi e le decisioni del Comune di San Giovanni Bianco.