Ci siamo: a quasi cinque anni dall'alluvione e dalla frana che devastò il loro territorio nel novembre del 2002, portando con sé strade e purtroppo anche case,
Brembilla e Camorone sono alle ultime fatiche. Ieri, con l'approvazione di una perizia di variante relativa alla sistemazione della provinciale 24 della
Valle Brembilla, la Provincia di Bergamo ha infatti terminato gli stanziamenti necessari per il ripristino della situazione, dopo quattro anni di lavori che hanno comportato interventi sul corpo franoso sopra l'abitato di Camorone, la raccolta e il convogliamento delle acque piovane, la regimazione idraulica del torrente Brembilla.
I 700 mila euro per la perizia di variante si aggiungono ai 2 milioni e 900 mila euro già spesi. Si è trattato di fondi destinati alla Regione e poi arrivati nella piena disponibilità della Provincia per intervenire sulla situazione davvero difficile che si era venuta a creare - ha commentato ieri l'assessore provinciale alla Viabilità e alla Protezione civile Valter Milesi -. Manca la sistemazione del tratto di strada tra Camorone e Cabbalino, dopodiché l'intervento complessivo sarà ultimato. Entro due mesi al massimo potremo procedere con l'inaugurazione. Dobbiamo ritenerci soddisfatti - ha aggiunto il sindaco di Brembilla Giovanni Salvi - anche perché si stanno concludendo i lavori per riportare la cittadinanza alla tranquillità e garantire la fruibilità del territorio. L'unica cosa sulla quale non si è intervenuti è la parte di frana che aveva travolto le case dell'abitato, sebbene quella zona non abbia più rilevanza concreta per il futuro.
Senza cancellare alcuna sofferenza quattro anni di cantieri sono bastati per riportare la quasi normalità a Brembilla e Camorone. Non sono invece bastati, ancora oggi, 5 anni di valutazioni d'impatto ambientale, pareri ministeriali, carte bollate e discussioni tra Comuni per soddisfare la richiesta di Italgen spa (gruppo Italcementi) di avviare la conversione dell'attuale centrale elettrica ad olio pesante di Villa di Serio in centrale a metano, con un impatto ambientale ridotto.
Ieri, però, la Giunta provinciale ha approvato il proprio assenso di massima sulla variante al tracciato del metanodotto che dovrebbe portare il gas naturale alla centrale, che coinvolge 12 Comuni bergamaschi (Bolgare, Chiuduno, Albano, Torre de' Roveri, Scanzorosciate, Brusaporto, Seriate, Pedrengo, Gorlago, Costa di Mezzate, Montello e Bagnatica) e aveva rappresentato la difficoltà principale per il via libera alla conversione dell'impianto, sulla quale c'era già l'assenso degli organi competenti. La situazione sta quindi per sbloccarsi.
All'inizio del 2007 erano emersi problemi di incompatibilità tra il tracciato originario e le successive varianti – ha spiegato ieri l'assessore provinciale all'Ambiente Alessandra Salvi -. Siamo quindi ripartiti da zero lavorando in sinergia con i Comuni e riuscendo a predisporre il percorso che potrebbe essere definitivo». Al di là dei ritardi - ha aggiunto il presidente della Provincia Valerio Bettoni - devo sottolineare che la collaborazione avviata con i Comuni in questi mesi è stata davvero utile. La decisione presa dalla Provincia è un importante passo in avanti per la conversione della centrale che avrà effetti ambientali positivi per l'intera area - dicono dall'Italcementi -. La soluzione trovata è condivisa e ringraziamo il presidente della Provincia di Bergamo e tutti i sindaci coinvolti. Mancano ora alcuni passaggi tecnico amministrativi: ci impegneremo per raggiungere al più presto il traguardo finale.