È partito da Scanzorosciate, è approdato negli Stati Uniti d'America, prima in Florida e poi nel Texas, e per ora si è fermato a Big Island, la maggiore delle isole dell'arcipelago della Hawaii. Dove oggi prende i turisti «per la gola»: semplici vacanzieri (probabilmente senza problemi ad arrivare al 27 del mese), ma anche tante star dal mondo della politica a quello dorato del cinema hollywoodiano, all'economia. Conquistandoli con ricette che si ispirano alla sua terra: la Bergamasca. Sascia Marchesi, 38 anni, è l'executive chef del «Donatoni», uno dei nove ristoranti dell'Hilton Waikoloa Village, un resort di quelli tipici americani, quasi da film, certo da sogno. Il villaggio ha 1.240 camere, 57 suite, 18 campi da golf, otto campi da tennis, nove ristoranti, una cappella per i matrimoni, un delfinario, due piscine e negozi. Ci si arriva attraversando il Pacifico e approdando sull'isola dominata da due vulcani: il Mauna Loa e il Mauna Kea. Quando si atterra a Big Island – detta così perché è la più grande delle isole delle Hawaii –, ci si trova davanti ettari e ettari di roccia vulcanica. Roccia che accompagna i turisti per chilometri, fino all'Hilton Waikoloa Village.
Figlio di ristoratori, ha imparato il mestiere «sul campo»: a 14 anni era già in cucina per dare una mano a mamma Mira Matutinovic, originaria della Dalmazia, e a papà Walter. Una scuola di gran livello: prima di chiudere, infatti, «La taverna di Scanzo» era premiata con una stella Michelin e il ristorante è stato uno di quelli che hanno fatto la storia della gastronomia bergamasca. «Sono arrivato negli Stati Uniti nel 1994 – racconta seduto al sole caldo davanti allo sfondo del Pacifico – ed ho cominciato a lavorare al ristorante "Alfredo's" all'interno dell'Epcot Center a Disney World a Orlando, in Florida, su proposta del titolare del ristorante che era venuto a mangiare in Italia nel ristorante dei miei genitori. Sono rimasto in Florida fino al 1997 e ho cucinato, tra gli altri, per i presidenti degli Usa Jimmy Carter e Ronald Reagan. Poi, tramite un'agenzia, ho saputo del resort della Hilton a Kona: è stato un sogno, che è diventato realtà, perché uno dei miei desideri fin da giovanissimo era quello di trasferirmi alle Hawaii. Appena arrivato qui (Big Island, ndr), mi è sembrato di trovarmi su un paesaggio lunare, con pochissime case e tanta roccia».
E Sascia non ha certo perso tempo per farsi apprezzare: ha cominciato subito a presentare menu personali ed è andato anche oltre confine, portando i suoi piatti su un canale televisivo giapponese. «Ho usato le ricette di mia madre – racconta –, polenta e casoncelli, ma anche il pesce, visto che mamma è originaria della Dalmazia». Nel 2001 il soggiorno alle Hawaii sembra essere terminato, quando Disney World lo richiama a Orlando. Nel frattempo Sascia lavora anche per Disney Channel e il canale Nbc, all'interno di programmi dedicati alla cucina e al turismo. In quel periodo, tra i suoi «trofei» c'è anche il banchetto per la chiusura dell'anno legislativo del Congresso americano.
Quasi come un botta e risposta, nel 2005 arriva un'altra proposta: quella di aprire un grande ristorante italiano a Dallas, in Texas: il «Nicholas», che in poco tempo diventa il primo ristorante italiano della città per popolarità. «C'erano 27 cuochi – racconta Sascia –, e facevamo 500 coperti al giorno. Sono rimasto a Dallas fino al 2006, poi il resort hawaiiano mi ha fatto una proposta che non potevo rifiutare, e così sono tornato a Kona. Qui sto cercando di mantenere il più possibile l'italianità in tavola, con ricette che s'ispirano alla nostra tradizione dal Nord al Sud. Il piatto più popolare qui sono gli spaghetti allo scoglio, anche perché c'è gran ricchezza di pesce e crostacei, ma anche la polenta Moretti, il taleggio della Valsassina e altri tipi di prodotti lombardi, che io faccio arrivare direttamente dall'Italia. Ho anche il mio orto personale dietro il ristorante, dove coltivo piante aromatiche come il basilico, il prezzemolo, altre spezie e gli immancabili pomodori.
Durante la serata esco spesso in sala e parlo dei piatti che proponiamo, dell'Italia e, naturalmente di Bergamo, che in molti non conoscono. Abbiamo, inoltre, anche molti clienti vip come Clint Eastwood, che ha un ranch poco lontano da qui, o Cameron Diaz. Sono arrivati anche Ivana Trump e Denzel Washington, che ricordo in particolare per avermi chiesto di cucinargli il "mahi mahi", un pesce che aveva catturato nel Pacifico. Abbiamo servito pure Tom Cruise e Priscilla Presley, ospite tutte le estati, John Travolta con la moglie, Barbara Bush e tanti altri. Ho anche cucinato per una principessa della Malesia, e a sorpresa tempo fa è venuta una coppia di Scanzorosciate, che ho riconosciuto dall'accento».
Tra le curiosità, Sascia racconta delle «strane» richieste dei clienti: «I giapponesi di solito vogliono portarsi a casa i gusci dei crostacei come souvenir, il carpaccio lo vogliono cotto e in generale mettono il parmigiano dappertutto, anche dove proprio non ci sta». Sascia è sposato con Michela Marchesi, che ha conosciuto quando entrambi lavoravano a Disney World. Nata a Bergamo e vissuta a Pian Camuno, in provincia di Brescia, Michela a Kona è responsabile di una boutique in un centro commerciale. «A Bergamo avevo tanti amici, e mi piaceva fare shopping in città. Ho anche una sorella che vive ad Albino, Luisa, dottoressa in legge». Sascia e Michela hanno una figlia, Eva, di 3 anni e mezzo. Al momento Sascia non ha alcuna intenzione di mettersi in proprio, né tantomeno di tornare in Italia: «Con il mio lavoro qui, mi sono tolto tante soddisfazioni: mi piace vivere bene e far vivere bene la mia famiglia, e non so se in Italia avrei potuto realizzare quello che ho qui. Certo mi mancano le serate con gli amici, un buon caffè espresso, le mie valli, la mamma, però... Così cerco di portare l'Italia qui, e sono in contatto con l'Associazione cuochi bergamaschi per far arrivare a Big Island chef italiani da far girare nei ristoranti». Sascia ha anche tanti hobby: la moto (ne ha due), la barca, la pesca (in particolare il tonno), il camping, il tennis, calcio e giardinaggio. Ma la passione più forte è quella
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