Uno skipass unico per sciare dal Pora a
Foppolo, evitando almeno il fuggi fuggi degli sciatori bergamaschi, e uno sforzo per dotare tutte le piste di impianti di innevamento artificiale prima del 2008. Sono gli antidoti alle guerre di campanile e alle bizze climatiche, indicati dalla ventina di amministratori e operatori delle località sciistiche orobiche, convocati ieri in Provincia per fare il punto su un inverno fin qui magro: "Per far fronte all'emergenza servono risorse immediate, ma per il futuro chiediamo una programmazione generale".
Il presidente della Provincia Valerio Bettoni, che ha voluto l'incontro, non nasconde la "forte preoccupazione" per una stagione invernale che non decolla e, nonostante "i bilanci sempre più risicati", esprime la volontà di "mettere in moto le risorse per aiutare la montagna". "Per il disegno a lungo termine - dice - è partita l'operazione San Pellegrino Terme e il tavolo per i due comprensori sciistici è aperto. Il nostro obiettivo è mantenere lavoro e servizi, perché la montagna la salva chi ci vive. Ora diteci, nel breve periodo, che cosa si può fare". E le risposte degli operatori sono due: il biglietto stagionale provinciale e l'innevamento artificiale, nella consapevolezza, però, "che la montagna non può vivere di solo sci".
NEVE ARTIFICIALE I costi li mette sul tappeto Lorenzo Pasinetti (operatore Presolana-Monte Pora): "Un impianto di innevamento è diverso dal semplice cannone, ha alle spalle i bacini idrici, le sale pompa e gli scavi per le tubazioni. Costa almeno mezzo milione di euro al chilometro di pista. Se prima veniva considerato un accessorio, ora è una necessità. Quest'anno solo chi lo aveva è riuscito a partire e a contenere i danni. In Bergamasca è coperto artificialmente solo il 20% delle piste, bisognerebbe arrivare almeno al 50". Il problema è chi deve pagare. I titolari degli impianti, ricordando un recente incontro tra l'assessore regionale Pier Gianni Prosperini e l'Associazione nazionale esercenti funiviari, presentano le loro preoccupazioni: "La legge regionale prevede un contributo massimo ai privati del 30% per gli impianti d'innevamento. Per il momento, però, non è finanziata e gli interventi potrebbero partire solo nel 2008, troppo tardi".
"In Trentino - fa presente Angelo Testa (Spiazzi di Gromo) - quando schiacciano il bottone dell'innevamento partono 1.200 cannoni, in Bergamasca 10-15. Il problema è più ampio: l'impianto di innevamento deve diventare un bene strutturale che l'ente pubblico affitta alle stazioni sciistiche, il discorso è troppo pesante perché ricada tutto sulle società impiantistiche". All'innevamento è legata la questione delle risorse idriche, come fanno notare l'assessore al Turismo della Comunità montana di Clusone Amedeo Tomasoni e il sindaco di Castione Vittorio Vanzan: "Se ci sono gli impianti ma non c'è l'acqua non si va da nessuna parte. Bisogna creare bacini idrici in collaborazione anche con l'assessorato all'Ambiente", è la sollecitazione. Per Franco Belingheri, sindaco di Colere e presidente della Comunità montana di Scalve, "avere i cannoni serve fino a un certo punto se le temperature non vanno sotto zero. Bisogna pensare a un turismo in montagna distribuito su tutte le stagioni, programmando proposte alternative allo sci".
SKIPASS UNICO Anche dalla Valle Brembana, che quest'anno ha lanciato lo skipass vallare, è arrivata l'adesione al progetto dello stagionale provinciale. "Siamo disponibilissimi", conferma il presidente della Comunità montana Piero Busi. Secondo gli operatori, il costo per l'installazione dei sistemi di lettura degli skipass potrebbe aggirarsi sul milione e mezzo di euro, massimo due. "Sarebbe un ottimo strumento di promozione, eviterebbe i contributi a pioggia e sgraverebbe le stazioni invernali da molti costi. Oltre a tenere i nostri sciatori in Bergamasca, anziché farceli scippare da altri comprensori", concordano. Tocca all'assessore al Turismo Tecla Rondi (presente col presidente di Turismo Bergamo Felice Spampatti e al dirigente provinciale Giuseppe Epinati), tirare le fila degli interventi, annunciando un documento unitario con le linee future: "Utilizzare impianti e montagna tutto l'anno, sistemare le piste, risolvere il problema dei bacini idrici e promuovere meglio il "prodotto Orobie"".