Acetosella
Aglio Orsino
Alchemilla
Alloro
Altea
Aparine
Arnica
Artemisia
Barba di becco
Bardana
Biancospino
Bistorta
Bocca di lupo
Borragine
Borsa del pastore
Bugola
Buon enrico
Calendula
Camomilla
Cardamine
Carlina
Convolvolo
Crescione
Crespino
Edera terrestre
Erba barbara
Erba cipollina
Erba di San Pietro
Erba imperatoria
Erba porcellana
Erigero
Farfara
Farfaraccio
Fragola di bosco
Genziana maggiore
Ginepro
Gramigna
Issopo
Lampone
Lattuga macchiata
Ortica
Papavero rosso
Rosa canina
Rovo
Salvia
Tarassaco
Viola mammola
Viola odorata
in dialetto e’ conosciuta come Viöla
Alta da 10 a 15 centimetri la viola mammola ha fogile a rosetta, con lunghi piccioli, a forma di cuore quando sono adulte, mentre le giovani sono arrotondate e reniformi. I suoi fiori, che sbocciano a marzo-aprile, sono di color viola. Solitari sul peduncolo radicale presentano cinque petali: due superiori eretti, due laterali e uno inferiore sinuato, con sperone. La viola cresce nelle radure o al margine del bosco, nei prati, lungo i muri e i fossi fino a circa 1000 metri di altitudine.
Della viola si utilizzano i fiori, le foglie, la radice e anche i semi. Il tutto preferibilmente essicato all’ombra in strati sottili, avendo cura di essicare a parte i semi. La viola ha proprieta’ ematiche (radice), emollienti, purgative e sedative. Contro la tosse si utilizza il suo decotto: si fanno bollire 10 grammi della sua radice in un litro di acqua per 10 minuti, quindi si filtra e se ne bevono due, tre tazze al giorno. Le violette si utilizzano in cucina per preparare canditi: i fiori essicati all’ombra vanno immersi nello zucchero fuso caramellato e posti nel forno per seccare, avendo cura di tenere al minimo la temperatura.
La viola mammola gradisce posizioni ombreggiate, terreno soffice, ricco, di medio impasto, fresco, adattandosi però a qualunque tipo di suolo, le specie perenni possono fiorire per tutto l’inverno nelle zone a clima mite mentre nei climi più gelidi vanno riparate sotto vetro. Si moltiplicano con la semina a fine estate per avere la fioritura dalla fine dell’inverno successivo, o per divisione dei cespi alla fine della fioritura.