Acetosella
Aglio Orsino
Alchemilla
Alloro
Altea
Aparine
Arnica
Artemisia
Barba di becco
Bardana
Biancospino
Bistorta
Bocca di lupo
Borragine
Borsa del pastore
Bugola
Buon enrico
Calendula
Camomilla
Cardamine
Carlina
Convolvolo
Crescione
Crespino
Edera terrestre
Erba barbara
Erba cipollina
Erba di San Pietro
Erba imperatoria
Erba porcellana
Erigero
Farfara
Farfaraccio
Fragola di bosco
Genziana maggiore
Ginepro
Gramigna
Issopo
Lampone
Lattuga macchiata
Ortica
Papavero rosso
Rosa canina
Rovo
Salvia
Tarassaco
Viola mammola
Juniperus communis
in dialetto è conosciuta come Zoernec
Arbusto spinoso sempreverde appartenente alla famiglia delle Cupressacee che cresce in luoghi aridi, incolti o boschivi fino ad altezze di 1.500 metri, con alcune sottospecie adattate alle alte quote, dalle caratteristiche bacche aromatiche di colore blu. Le foglie, aghiformi e pungenti, sono verticillate a 3, di colore bianco-bluastro o verde-grigiastro. La coltivazione del ginepro richiede clima temperato, dalle frequenti precipitazioni estive, esposizione in pieno sole o mezz’ombra e suolo ricco ma sabbioso o carsico. Per giungere a maturazione le bacche di ginepro hanno bisogno di circa tre anni: è per questo che sulla stessa pianta si possono trovare bacche verdi immature e bacche nero-bluastre ormai mature. Il periodo della raccolta delle bacche è l’autunno, tra settembre e ottobre, e le bacche vanno poi fatte seccare all’ombra. Gli steli tagliati devono venir poi essiccati all’ombra, in un ambiente secco e ventilato; in questo modo manterranno a lungo intatto il caratteristico stimolante profumo. Da ricordare che il Ginepro è ricco di resina, olio essenziale, acido ossalico e malico. Le proprietà curative del ginepro erano già note agli antichi medici greci e arabi. La medicina popolare attribuisce altissimo valore curativo all’olio ottenuto dalla distillazione delle bacche e ne ipotizza grandi doti come rimedio per disturbi digestivi (impedisce la fermentazione intestinale e stimola l’appetito in caso di inappetenza), malattie respiratorie (ottimo calmante e sedativo della tosse), malattie delle vie urinarie e malattie reumatiche. Per uso esterno favorisce e stimola la circolazione periferica, è antisettico e disinfettante in caso di affezioni e irritazioni della pelle e agisce come cicatrizzante nella cura di tagli e ferite. Tra le molteplici forme in cui possono essere impiegate le bacche o le foglie di ginepro ne ricordo alcune in modo particolare: per infuso (contro acidità di stomaco, cattiva digestione, fermentazione intestinale, inappetenza), mettere in infusione un cucchiaino abbondante di bacche di ginepro essiccate e contuse in 250-300 ml di acqua bollente, dopo 8-10 minuti colare e berne 3 tazze al giorno; come decotto (contro eczemi, ferite, infezioni, irritazioni cutanee, piaghe, acne), fare bollire in un litro d’acqua, per 10 minuti, 50-80 g di foglie di ginepro essiccate e sminuzzate, togliere quindi dal fuoco, lasciare intiepidire e colare quindi procedere con i lavaggi; come bagno balsamico, purificante e stimolante, preparare un infuso concentrato di bacche di ginepro (20-30 g in un litro d’acqua) lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e versare nell’acqua del bagno calda; infine come deodorante e purificante dell’ambiente, bruciare in una ciotolina 40-50 g di bacche e foglie di ginepro secche.
Le bacche di ginepro si usano anzitutto nelle arti culinarie come spezie per piatti di selvaggina o per preparare marinate, salse e condimenti nonché per la fabbricazione di superalcolici quali gin e grappa di ginepro. Dalle sue bacche si estrae per distillazione un olio essenziale chiamato essenza di ginepro. Il residuo della distillazione trattato con acqua e concentrato sotto vuoto produce un liquido sciropposo chiamato estratto di ginepro. Per la produzione di un buon vino medicinale, lasciare a macero per 2 settimane, in un litro di buon vino bianco secco, 50 g di bacche di ginepro essiccate e contuse. Berne un bicchierino prima dei pasti. Nell’industria dolciaria le bacche sono usate per confezionare caramelle digestive.
Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato).