Acetosella
Aglio Orsino
Alchemilla
Alloro
Altea
Aparine
Arnica
Artemisia
Barba di becco
Bardana
Biancospino
Bistorta
Bocca di lupo
Borragine
Borsa del pastore
Bugola
Buon enrico
Calendula
Camomilla
Cardamine
Carlina
Convolvolo
Crescione
Crespino
Edera terrestre
Erba barbara
Erba cipollina
Erba di San Pietro
Erba imperatoria
Erba porcellana
Erigero
Farfara
Farfaraccio
Fragola di bosco
Genziana maggiore
Ginepro
Gramigna
Issopo
Lampone
Lattuga macchiata
Ortica
Papavero rosso
Rosa canina
Rovo
Salvia
Tarassaco
Viola mammola
Erigeron canadensis
in dialetto è conosciuto come Cànef selvàdech
Pianta erbacea annuale infestante con radice fittonante e fusto alto fino a 1-1,5 metri che vegeta fino a 1000 mt. Questa pianta, originaria dell’America settentrionale, in Italia è da lungo tempo naturalizzata e si rinviene soprattutto come erba infestante negli orti, nei campi, lungo i greti dei fiumi, nelle zone ruderali, dalla regione mediterranea fino a quella montana. Il termine Erigeron deriva dal greco “eri” e “géron” che significano rispettivamente primavera e vecchio, con chiaro riferimento al periodo in cui fiorisce questa pianta. Il fusto e le foglie hanno una pelosità data da lunghi peli radi; le foglie non hanno un picciolo ben definito ma sono tutte più o meno attenuate alla base; l’infiorescenza è una grande pannocchia piramidale molto ramificata, i fiori sono riuniti in piccoli capolini; il frutto è un achenio ricoperto da una pelosità breve e sormontata da un pappo con numerose setole di colore bianco-giallastro. Questa pianta è particolarmente indicata a chi soffre di reumatismi, gotta e artrite in quanto elimina, mediante una maggiore escrezione di urina, le scorie azotate dell’organismo. L’Erigero è pure apprezzato dalle popolazioni per le sue proprietà antiemorragiche, vermifughe e per le sua qualità e proprietà diuretiche e depurative. Talune proprietà salutari dell’Erigero sono collegate alla presenza dell’olio essenziale contenuto nella pianta che conferisce ai decotti sia un odore caratteristico e un gusto aromatico amarognolo, sia virtù leggermente balsamiche e antinfiammatorie sull’apparato respiratorio.
Le sommità fiorite si raccolgono in luglio-agosto, all’inizio della fioritura, recidendo l’infiorescenza e una decina di centimetri di fusto con le foglie. Le sommità fiorite si riuniscono in mazzi non molto serrati e si appendono a essiccare in luogo aerato e all’ombra; si conservano in sacchetti di carta o di tela. Per aumentare la diuresi e favorire l’eliminazione delle tossine si consiglia due-tre tazzine al giorno di un decotto preparato con le sommità fiorite della pianta (2 g in 100 ml di acqua). Per le infiammazioni della gola è utile fare sciacqui e gargarismi con il decotto di 6 g di sommità fiorite in 100 ml di acqua. In cucina si utilizzano le giovani foglie nelle insalate e quelle adulte nelle minestre….
Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato).