Acetosella
Aglio Orsino
Alchemilla
Alloro
Altea
Aparine
Arnica
Artemisia
Barba di becco
Bardana
Biancospino
Bistorta
Bocca di lupo
Borragine
Borsa del pastore
Bugola
Buon enrico
Calendula
Camomilla
Cardamine
Carlina
Convolvolo
Crescione
Crespino
Edera terrestre
Erba barbara
Erba cipollina
Erba di San Pietro
Erba imperatoria
Erba porcellana
Erigero
Farfara
Farfaraccio
Fragola di bosco
Genziana maggiore
Ginepro
Gramigna
Issopo
Lampone
Lattuga macchiata
Ortica
Papavero rosso
Rosa canina
Rovo
Salvia
Tarassaco
Viola mammola
Carlina acaulis
in dialetto Articióc salvádec
La Carlina è alta cinque centimentri e’ pianta perenne, quasi senza fusto, ridotta ad un grosso capolino da sei a dodici centimentri di diametro, comprese le bratte. Le sue foglie sono disposte a raggera e sono molto spinose. I suoi fiori compaiono da luglio a ottobre, sono bianco verdastri o argentati. Il suo achenio e’ ricoperto di peli gialli ripiegati, la sua radice e’ grossa, con latice dall’odore sgradevole.
Abita su terreni silicei e calcarei , dai 400 ai 2000 metri di altitudine. Il fiore della carlina puo’ considerarsi un piccolo igrometro: quando il tempo e’ bello le bratte sono ben aperte e distese, in previsione di maltempo esse si inclinano verso l’interno, ricoprendo il capolino. Della carlina si utilizza la radice, raccolta in autunno ed nessicata nel forno: ha proprieta’ cicatrizzanti, diuretiche, sudorifere e serve per curare influenza, aczema, acne e fegato.
Il decotto di carlina (30 grammi di radici bollite per cinque minuti in un litro di acqua, zucchero quanto basta, una tazza due o tre volte al di’) serve per curare il fegato.