Acetosella
Aglio Orsino
Alchemilla
Alloro
Altea
Aparine
Arnica
Artemisia
Barba di becco
Bardana
Biancospino
Bistorta
Bocca di lupo
Borragine
Borsa del pastore
Bugola
Buon enrico
Calendula
Camomilla
Cardamine
Carlina
Convolvolo
Crescione
Crespino
Edera terrestre
Erba barbara
Erba cipollina
Erba di San Pietro
Erba imperatoria
Erba porcellana
Erigero
Farfara
Farfaraccio
Fragola di bosco
Genziana maggiore
Ginepro
Gramigna
Issopo
Lampone
Lattuga macchiata
Ortica
Papavero rosso
Rosa canina
Rovo
Salvia
Tarassaco
Viola mammola
Borago officinalis
In dialetto è conosciuta come “Morài”
Pianta erbacea spontanea annuale della famiglia delle Boraginaceae che cresce ovunque fino a 1000 mt. e può raggiungere un metro di altezza. Ha un fusto principale eretto che si divide in numerosi rami secondari nelle zone aeree terminali. Le foglie del Borago officinalis sono rugose e ricoperte di peli pungenti. I fiori sono di colore blu-violetto e raramente sono rosa o bianchi: sono molto ricercati e apprezzati dalle api, in quanto hanno un alto quantitativo di nettare disponibile. Questa pianta cresce in diversi luoghi, dai bordi delle strade, ambienti ruderali, in terreni erbosi ed incolti. A seconda dell’altitudine e latitudine può fiorire da Gennaio a Giugno. Il nome deriva dal latino “borra” (tessuto di lana ruvida), per la peluria che ricopre le foglie. Altri lo fanno derivare dall’arabo abu araq (= padre del sudore), attraverso il latino medievale borrago, forse per le proprietà sudorifere della pianta. Fin dall’antichità la pianta ha fama di svegliare gli spiriti vitali (diceva Plinio: “Un decotto di borragine allontana la tristezza e dà gioia di vivere”). Il Borago officinalis contiene principi attivi come mucillagine, olii polinsaturi (nei semi), alcaloidi pirrolozidinici (licosamina, amabilina, supinidina, tesinina e durrina) antociani, tannino, vitamina C. Nella medicina popolare vengono utilizzate le foglie e le sommità fiorite. Viene utilizzata per abbassare febbre e calmare la tosse secca. È nota anche come diuretico ed emolliente (quest’ultima proprietà sarebbe dovuta alla presenza di mucillagini). L’olio, ad alto contenuto di acido linolenico, ottenuto dai semi soprattutto per spremitura a freddo, è impiegato nel trattamento degli eczemi e di altre affezioni cutanee, per via delle spiccate proprietà antiinfiammatorie.
Attualmente l’uso terapeutico in quantità di rilievo di foglie e fiori di borragine allo stato crudo è sconsigliato, sia per l’insufficienza delle evidenze mediche, (positive e controindicazioni), che per il fatto che i petali e le foglie crude conterrebbero, in quantità non ancora ben definite, alcaloidi pirrolizidinici, a potenziale attività epatotossica e cancerogena. In erboristeria si usano le sommità fiorite con l’infuso nel trattamento degli stati di nervosismo, come purificante o tonico. Le giovani foglie sono utilizzate in insalate, bollite con olio e limone, nei minestroni, nel ripieno di ravioli e di torte salate, per creme di formaggio fresco e anche fritte in pastella. Il succo di borragine unito a vino, acqua e zucchero è un ottimo dissetante. I fiori azzurri, sono usati per colorare e guarnire i piatti, per colorare l’aceto; congelati in cubetti possono costituire decorazione per le bevande estive. A livello internazionale, è emerso un grande interesse commerciale per l’olio estratto dai semi che ha notevolissimi utilizzi, soprattutto nutrizionali, dietetici, medicinali e cosmetici.
Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi
con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato)