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Melittis melissophyllum
In dialetto è conosciuta come “Falsa limunsina”
La Melittis melissophyllum è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, alta circa 50 cm, con robusto rizoma e fusto eretto non ramificato, ricoperto da una fine peluria. Le foglie, che presentano un breve picciolo, sono opposte a due a due su ogni nodo del fusto, la lamina ovale con evidenti nervature, ha forma a cuore, appuntita con 10-20 denti per lato. L’habitat tipico di questa pianta sono i boschi di latifoglie ma anche pinete e gineprai; sui rilievi si può trovare fino a 1400 metri. La bocca di lupo non era nota per le sue proprietà ai Greci e ai Romani e neppure nel Medio Evo. Le prime descrizioni di questa pianta per scopi terapeutici risalgono al sedicesimo secolo. Per il suo elevato contenuto in cumaruia trova lo stesso impiego del meliloto, dell’asperula come della melissa. A descrivere e a classificare la specie fu Carl von Linné (Linneo), il padre della moderna classificazione biologica e scientifica degli organismi viventi, così come la conosciamo oggi. Il nome deriva dalla somiglianza delle sue foglie con quelle della Melissa (Melissophyllum); mentre Melittis deriva dal Greco melitta, che significa “ape”, per le sue ottime proprietà mellifere.
Proprietà curative: facilita il rilascio dell’urina, calma gli stati nervosi o dolorosi in eccesso, attenua gli spasmi muscolari, rilassa il sistema nervoso, regola il flusso mestruale, impedisce o rallenta lo sviluppo dei microbi e limita la secrezione dei liquidi. Viene, infine, anche usata in applicazioni esterne per curare le ferite e la cicatrizzazione di piaghe e ulcere, per alleviare i dolori di contusioni ed infiammazioni, contro i mal di gola. La Bocca di lupo deve la sua notorietà alla presenza di un olio essenziale che ricorda nell’aroma quello del limone. Il suo uso generalizzato per infusi gradevoli deve essere limitato dalla presenza della droga di cumarine le quali, pur determinando le proprietà antispasmodiche e sedative, sono da utilizzare con cautela perché interferiscono nei processi di coagulazione del sangue. Per chi ha problemi di digestione si consiglia un infuso di bocca di lupo: prendere un recipiente e mettere il contenuto di una tazza di acqua fredda. Falla bollire. In un altro recipiente mettere dieci grammi di pianta essiccata di bocca di lupo. Quando l’acqua bolle, versare nel recipiente con la droga e lasciare in infusione per dieci minuti. Poi filtrare con un colino e bere la tazza dopo ogni pasto principale. L’infuso serve anche per lozioni o per fare fumenti. Si utilizza anche per preparare compresse imbevute per le pelli arrossate. Alla presenza di olio essenziale si possono attribuire le proprietà leggermente antisettiche della droga che, unitamente alle altre specifiche, sono utili specialmente nell’uso cosmetico per ottenere bagni rilassanti, deodoranti, decongestionanti e gradevolmente profumati. Le foglie fresche od essiccate all’ombra sono usate per preparare un te aromatico che deve essere bevuto dopo i pasti visto che ha azione digestiva ed è anche sedativa degli spasmi duodenali.
Repertòre di èrbe e piante bergamasche de mangià (tratto dal libro “Profumi e sapori di un tempo”, a cura di Cristian Bonaldi
con la consulenza di Bonaldi Ruggero e Innocenti Maurizio – Corpo Forestale dello Stato)