«Una stagione iniziata presto e che ha dato soddisfazione agli operatori». Parla a nome di tutti i rifugisti Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo, che ormai in chiusura della stagione estiva 2007 azzarda i primi bilanci, anche se per i numeri e le statistiche si dovrà aspettare. Ma, tutto sommato, la soddisfazione è generalizzabile, anche fra i nuovi operatori, per lo più giovani. Parla di segno positivo Elisa Rodegherio: 31 anni, da due impegnata nella gestione del
Rifugio Benigni. «L'afflusso - spiega - è stato continuo, ben distribuito durante tutta l'estate, e non ha risentito poi troppo neppure dei lavori di ampliamento. Nel 2006 avevamo avuto qualcosa come 500 pernottamenti e anche quest'anno i numeri dovrebbero essere confermati. Bene per gli stranieri, un po' anche per via dell'aeroporto». Elisa è già scesa a valle perché diventerà mamma a dicembre.
Inizio positivo anche per i nuovi gestori del
Rifugio Curò - si tratta di tre giovani amici, Fabio Arizzi, Marzia Albricci e Angelo Ghilardini – , che si sono insediati lo scorso maggio. »Abbiamo avuto il tempo dalla nostra parte – spiega Marzia –, senza parlare di alcune iniziative che hanno mosso tanta gente». La chiusura è fissata per il 3 novembre, ma per prendervi parte è necessario prenotare, perché già in molti hanno anticipato la propria presenza. Lo stesso si dica per i
Laghi Gemelli, dove la festa di fine stagione fa parte omai della storia di questo rifugio. Ma la festa autunnale, in un certo senso, c'è già stata: qualcosa come 450 persone sono salite ai Gemelli il 16 settembre, per la giornata di degustazione delle specialità bergamasche, organizzata dal Cai in collaborazione con Agripromo.
Al
Rifugio Baroni sono già scesi 40 centimetri di neve e il rifugio è chiuso. Marco Brignoli, che lo gestisce solo da fine giugno, non ha evidentemente paragoni con le stagioni precedenti, ma si dice soddisfatto e con tante idee per il futuro: «Volevo gestire il Brunone perché amo questo rifugio, un po' più isolato degli altri. I passaggi ci sono stati e fra gli stranieri pure un gruppo di olandesi, una decina, che in agosto ha fatto il giro delle Orobie». Un'estate all'insegna della solidarietà al Gherardi, gestito da due anni dall'Associazione Alpi Ande Due, affiliata all'operazione Mato Grosso. Alla sua gestione per tutta l'estate si sono alternati una trentina di volontari bergamaschi; il ricavato andrà tutto in Perù, impiegato per la gestione dell'ospedale di Chacas, nella Cordillera Blanca. Al Tagliaferri, gestito dall'anno della sua costruzione, il 1985 da Francesco Tagliaferri la stagione è stata buona nonostante che la neve sia arrivata puntuale per tutta l'estate, ogni 15 giorni. Buono pure il bilancio del
Rifugio Calvi, dove la stagione non è ancora finita, «perché – spiega Claudio Bagini – in molti salgono da noi in questi fine settimana per fare il
Diavolo e il Diavolino».
«Meglio dell'anno scorso - è il parere di Marzio Morlacchi - anche per il
Rifugio Albani, dove si sono visti scalatori che hanno ripetuto diverse vie». Non può essere poi che positivo il bilancio dell'
Alpe Corte, gestito direttamente dalla Commissione impegno sociale. Per tutta l'estate si è lavorato per eliminare le barriere architettoniche e per riqualificare l'edificio. Ottima l'affluenza, fatta anche di residenti di Valcanale, che hanno dimostrato di amare il «loro» rifugio. «I venti posti letto – spiega Filippo Ubiali, presidente della commissione – sono stati sempre occupati». Conclude Mario Valoti: «Ecco allora che la ricetta del successo sta tutta nella sinergia: il nostro territorio ha capito che unire le forze in materia di promozione turistica ripaga. E poi servono idee nuove.
Orobie Skyraid, ad esempio, è un evento che ha messo in azione un po' tutto».