La montagna, che tanto amava, si è trasformata in una trappola mortale, 50 anni, di Ponte San Pietro. L'uomo, salito con tre amici sul monte Pegherolo, per un'escursione, probabilmente a causa di un malore o di una perdita di equilibrio, è precipitato improvvisamente dalla vetta, cadendo all'indietro, rotolando per alcuni metri, per poi schiantarsi in un dirupo. Il salto sulle rocce ha causato pesanti traumi e ferite che ne hanno provocato la morte immediata. Ieri mattina presto per raggiungere la località
San Simone, sopra
Valleve, da dove sarebbero partiti per la lunga camminata. Lasciata l'auto nei pressi della Baita del Camoscio, i quattro si sono diretti verso il
Monte Pegherolo, raggiungendo in meno di tre ore la vetta a quota 2.369 metri. Attorno alle 10 il gruppo si è seduto ai piedi della grande croce che sovrasta la cima per uno spuntino. L'uomo si era spogliato gli abiti della salita e gli scarponi, per godersi un momento di relax al sole in calzoncini. Secondo il racconto degli amici, l'escursionista si è alzato e, improvvisamente, senza pronunciare una parola, né emettere un grido, è caduto all'indietro, forse colto da un malore o forse in seguito a una perdita d'equilibrio. Gli amici l'hanno visto cadere, senza poter fare nulla per fermarlo e in un attimo l'uomo è dapprima rotolato per alcuni metri e poi è scomparso dalla loro vista, inghiottito dalla montagna.
I richiami urlati a gran voce non hanno dato risposta e dalla vetta i compagni hanno richiesto telefonicamente l'intervento del 118. Sul posto è arrivato l'elisoccorso che ha dovuto effettuare una lunga serie di manovre, prima di poter individuare il corpo e riuscire a calare il verricello con il quale il medico ha raggiunto l'uomo, constatandone la morte. La salma è stata trasferita al cimitero di Valleve per il disbrigo delle procedure di legge. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di
Branzi che hanno attivato le indagini per risalire al più presto all'identità dell'uomo recuperato. Per diverso tempo, infatti, i compagni di escursione non sono più stati rintracciabili telefonicamente, al momento della caduta, non aveva con sé né documenti, né alcun segno di riconoscimento. Quando i contatti telefonici si sono di nuovo resi possibili, gli amici hanno comunicato i dettagli del tragico incidente accaduto. I tre sono giunti alla Baita del Camoscio attorno alle 15, dopo una discesa resa ancora più difficoltosa dalla tragedia a cui avevano assistito. Nel frattempo la salma era stata trasferita nella camera mortuaria dell'ospedale di San Giovanni Bianco. L'uomo viveva a Briolo, frazione di Ponte San Pietro, con la madre. La donna, insieme ai figli ha raggiunto San Giovanni Bianco nel pomeriggio. A
San Giovanni Bianco sono giunti anche i nipoti, alcuni amici e colleghi di lavoro, sconvolti dalla tragica notizia. Tutti i sabati l'uomo partiva con gli amici per un'escursione in montagna, sempre in sicurezza, con l'equipaggiamento adatto, evitando pericoli o situazioni di rischio. Mentre era seduto sulla
vetta del Pegherolo, già pensava alla meta della prossima settimana che sarebbe stata probabilmente il rifugio Brunone. Una tragica fatalità ha fatto sfumare ogni suo possibile progetto: l'uomo ha perso la vita proprio sulla vetta del monte che da tempo desiderava conquistare.