L'aquila, lo
stambecco, i
Camosci: si possono incontrare, insieme ad
altri animali selvatici, sulle Alpi Orobie bergamasche, che in questi giorni sono affollate
di escursionisti. La condizione per qualche incontro emozionante con i "signori delle cime"
è quella di accostarsi con rispetto e spirito di osservazione all'ambiente naturale,
ammirando anche le più piccole forme di vita selvatica che lo popolano.
Lo stambecco è tornato sulle Alpi Orobie dal 1998. Un gruppo di animali, proprio in questi giorni,
ha messo in scena uno spettacolo mozzafiato inerpicandosi sulle pareti perpendicolari
della diga dell'Enel che dà origine al lago del Diavolo sopra
Carona, per leccare
il salnitro che trasuda dalla muratura. Una sessantina di stambecchi sono tranquillamente
osservabili in vetta al
Pizzo dei Tre Signori, in alta Valle Brembana, sulla dorsale
della Cima di Paradiso al Passo Trona e nella conca nivale che fronteggia il rifugio
Falk. Nei pressi del
rifugio Benigni gli stambecchi hanno, invece, la loro nursery, dove le femmine vengono a partorire i loro piccoli. È possibile osservare gli stambecchi anche dal
rifugio Longo, nei pressi della diga del Diavolo o dal lago Moro, sopra
Foppolo. Ma il vero epicentro della popolazione di stambecchi è a cavallo tra l'anfiteatro del
rifugio Calvi e il rifugio Brunone passando per il bivacco Frattini.
Il camoscio delle Alpi Orobie è invece diffuso senza soluzione di continuità dal Pizzo dei
Tre Signori al Cimon della Bagozza. In particolare lo si può incontrare al
Pegherolo-Cavallo
tra
Piazzatorre e
Mezzodo, al Passo di Baciamorti con i pascoli di Concessoli e Rasiere facilmente raggiungibili dal rifugio Gherardi. Sono quasi 4.000 i camosci della Val Brembana, facilmente avvistabili a
Branzi, nella Valle Scura o sul Monte Pietraquadra.
In Valle Seriana molto popolate dai camosci sono la Valle di Fiumenero e la Conca del
Barbellino a Valbondione. Ma questi "arrampicatori" alpini si possono avvistare con facilità
anche a Venano, Venerocolo, Gleno e Bognaviso in Val di Scalve e nel gruppo della Presolana
e del Monte Ferrante.
Più in basso, tra i boschi di latifoglie e i prati è possibile incontrare i caprioli,
diffusi un po' ovunque nella catena orobica: purché ci sia un prato delimitato da boschi
il
capriolo può essere facilmente avvistato in alta Val Taleggio a Campofiorito e a Cantoldo,
dove addirittura è presente con almeno dieci esemplari ogni chilometro quadrato.
Tornando in quota, un incontro "obbligato" sul
Piazzatorre e
Sentiero delle Orobie è quello con
la
marmotta, presente un po' ovunque sui pendii montani. La si incontra con una
certa facilità a San Simone, nella zona del rifugio Camoscio e lungo tutta la strada
militare per il
Passo di Tartano oppure nei pressi del rifugio Calvi in Valle dell'Armentarga.
Questa vigile sentinella della
Alpi Orobie è di casa anche al rifugio Grassi in quel di
Valtorta,
dove è riuscita a trasformare i pascoli che lo circondano in un autentico "gruviera" di tane.
Poi c'è sua maestà, l'aquila reale, che può essere avvistata in qualsiasi punto del
Sentiero delle delle Alpi Orobie o da un rifugio alpino purché a tarda ora, poiché per veleggiare con la sua maestosa apertura alare ha bisogno di correnti termiche ascensionali. Gli esperti hanno contato ben undici coppie nidificanti di aquila nella fascia altimetrica compresa
tra i 1.200 e i 1.800 metri delle
Alpi Orobie. Il più grosso rapace alpino è sempre presente in alta Val Brembana sul Pizzo Badile e sul
Monte Secco, oppure al Branchino a cavallo con la Valcanale, sulla Presolana, sul Redorta e nella Valle del Gleno.
Sulle Alpi Orobie si può poi avvistare anche il gallo forcello. La Madonna delle nevi a
Mezzoldo,
i Siltri e la località Ponte dell'Acqua, con il tipico ambiente di larici e rododendri sono
luoghi d'elezione di questo animale, così come la Baita Campo di
Roncobello con i suoi mughi,
il versante nord della Cima del Fop in Valcanale, la Valzurio con le Baite del Möschel e
il Passo del Vivione. Il più schivo di tutti gli animali selvatici delle
Alpi Orobie è invece
l'ermellino, uno dei predatori più temuti dai piccoli abitatori delle praterie d'alta quota e degli sfasciumi di roccia. Difficile avvistare questo piccolo mustelide dal
candido manto invernale e che assume in questa stagione un colore nocciola che lo
rende simile alla donnola.
L'ermellino è di casa nelle pietraie di San Simone,
Foppolo, al Passo di Dordona e alle Cadelle, in Valle Cerviera nella Conca del Barbellino, nella Valle del Gleno e alle pendici del Ferrante.